Il mercato obbligazionario, alla luce degli incrementi dei tassi da parte delle banche centrali, offre uno scenario ed un ventaglio di opportunità, che da tempo erano precluse in quest’asset class.
In particolare, analizzando il mercato dei BTP Italiani (grafico in arancione) ed il relativo spread BTP Bund (grafico in giallo), possiamo ricavare delle indicazioni operative, che possono aiutarci nel timing di acquisto dei titoli di stato, per valutare operazioni “speculative” di medio termine. Sono operazioni che in passato ho eseguito con discreto successo.
Nel grafico in arancione viene riportato l’ETF IITB, che replica l’andamento del mercato obbligazionario governativo italiano. Possiamo notare come, a cavallo tra il 2018 ed il 2019 in corrispondenza dell’ultima crisi dello spread (che è arrivato a superare la quota psicologica dei 300 punti), il comparto è andato a creare un minimo in corrispondenza dell’area 144. Negli ultimi periodi, complici l’allargamento dello spread, nonché la politica monetaria della BCE, abbiamo visto i i prezzi dei BTP scendere ed approcciarsi al livello di supporto.
Negli ultimi 12 anni, ogni qualvolta lo spread tra BTP e Bund ha toccato o superato la quota 300, i nostri titoli sono sempre stati sotto speculazione. In particolare, in un contesto dove i tassi d’interesse erano stabili o in discesa, durante una crisi dello Spread, i prezzi dei nostri titoli scendevano in maniera decisa “sotto la pari”. Questo significava poter comprare a 85 un’obbligazione che dopo un certo numero di anni sarebbe stata rimborsata a 100. Una semplice operazione di arbitraggio.
A pochi giorni dal voto, negli ambienti finanziari, ma anche sui media, si parla di una possibile fiammata dello spread con un ritorno sui valori 300. Qualora questo dovesse accadere, con una parte del proprio portafoglio potrebbe essere interessante acquistare titoli di stato, proprio per sfruttare l’opportunità di valori sotto la pari. Con l’allentamento delle politiche monetarie e la ripresa economica, i titoli “dovrebbero” tornare su prezzi più elevati (e livelli di spread più bassi).
E’ importante però:
- Utilizzare una parte del proprio capitale, non tutto;
- Scegliere dei titoli con delle cedole che si è disposti a tenere per un periodo di tempo indeterminato. Nell’ ipotesi che i prezzi dei titoli di stato, a seguito di una “normalizzazione del contesto macro” non dovessero più tornare su valori superiori alla pari, potremo comunque godere di un flusso cedolare.
Quali sono i rischi dell’operazione?
- Default dell’Italia;
- Incrementi dei tassi d’interesse “inaspettati”;
- Downgrade da parte di società di rating;
- Errata pianificazione: investiamo più capitale di quanto possiamo permetterci.
Personalmente ho tratto buoni profitti in un'operazione del genere nel 2012 e sopra tutto nel 2019.
Purtroppo dal 2020 stiamo vivendo diverse situazioni di crisi (Covid, Disoccupazione, Guerra, Recessione) che normalmente si vivrebbero in 20 anni. Dobbiamo cercare però di riflettere su un aspetto. Stiamo accumulando una sapienza e consapevolezza finanziaria che ci torneranno utili quando "tornerà il sole" sui mercati.
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