WisdomTree - Tactical Daily Update - 04.09.2023

USA: dati di Agosto sul lavoro rivelano inatteso aumento dei disoccupati.
Pechino “si muove” per rilanciare l’economia: le Borse ci credono.
Quadro macro si deteriora in Usa ed Europa: fase restrittiva al capolinea?
Prezzo del petrolio ai massimi da novembre 2022: poco spiegabile…


Novita’ inaspettate dal rapporto sul mercato del lavoro Usa di agosto. La maggiore partecipazione della forza lavoro, salita al 62,8%, al massimo dal 2020 (cioe’ in piena pandemia), ha determinato un inaspettato aumento del tasso di disoccupazione al 3,8% (dal 3,5% di luglio), indicando un possibile rallentamento economico.

Per tanti mesi ci siamo stupiti della resilienza del mercato del lavoro negli Stati Uniti, chiedendoci quando sarebbe passata la “sbornia da sussidi a pioggia” e da ripresa economica propulsa dal denaro a costo zero, soprattutto dopo la rapida e potenzialmente dolorosa fase di stretta monetaria della Banca centrale (Federal Resrrve-FED) avviata a fine 2021.

Bene, forse ci siamo: un numero crescente di persone ha necessità di tornare a lavorare, si offre su un mercato del lavoro che assorbe ancora lavoratori ma e’ meno incline a trattenerli o aggiudicarseli a suon di aumenti salariali.

Una tesi, quella appena descritta, che pare suffragata dall’unico dato in crescita oltre le attese, quello della creazione di nuovi posti di lavoro: 187 mila contro 170 mila attesi e i 157 mila di luglio.

Wall Street ha reagito con compostezza, vedendo nel peggior dato sulla disoccupazione il fattore che potrebbe allontanare un nuovo rialzo dei tassi di interesse della FED: in chiusura, venerdi’ 1’ settembre, Dow Jones +0,3%, S&P500 +0,2%, Nasdaq invariato, proprio grazie alla speranza di una FED più accomodante.

Venerdi’ scorso le Borse europee sono risultate incerte sin dall’inizio e relativamente insensibili al dato Usa sull’occupazione; Milano -0,60%. Parigi -0,27%, Francoforte –0,67%, EuroStoxx50 -0,36%.

D’altronde il quadro macro in Europa e’ fragile: gli Indici Pmi manufatturieri (Purchasing managers Index) di agosto, sebbene in ripresa, restano largamente sotto 50 punti, cioe’ in zona di contrazione: Germania a 39,1 da 38,8, Italia a 45,4 da 44,5. La produzione industriale ed i nuovi ordini continuano a calare a causa di una domanda debole e l’inflazione al consumo (CPI) resta “appiccicosa”.

In Italia, a luglio, si e’ registrato il 1’ calo in 3 anni dei posti di lavoro, sebbene si rilevi un leggero recupero della componente “aspettative”. In miglioramento, nel senso che calano velocemente (molto bene per l’inflazione) i prezzi alla produzione (PPI) coi primi selettivi tagli dei prezzi di vendita. Il GDP (prodotto interno lordo) italiano e’ sceso -0,3% su base trimestrale e cresce solo +0,4% su base annuale.




A luglio il surplus della bilancia commerciale tedesca e’ cresciuto a 15,9 miliardi di Euro, da 4,2 di luglio 2022. Le importazioni hanno segnato un aumento del +1,4% su giugno, l’export del +0,9%: e’ un piccolo segnale di miglioramento, ma non cambia il sentiment ancora negativo verso l’industria manufatturiera tedesca.

Cina: il Governo svolta decisamente verso un’ampia azione di sussidio e investimento diretto, dopo che ogni scenario di rimbazo da “re-opening” post-Covid e’ stato disatteso e che il settore immobiliare e costruzioni resta in sofferenza.

La Banca centrale Cinese (Pboc) ha tagliato di 2,0 punti, da 6,0% a 4,0%, la remunerazione della riserva obbligatoria per i depositi in valuta estera delle banche a partire dal 15 settembre: lo scopo e’ quello di "migliorare la capacità delle istituzioni finanziarie di utilizzare fondi in valuta estera".

Pechino ha anche annunciato nuovi stimoli per il settore immobiliare, incentrati sul ridimensionamento dei requisiti per accedere ai mutui sulla 1’ e 2’ casa, e sulle famiglie con bambini, specie sul versante delle cure mediche e sull’istruzione. A rendere il quadro macro piu’ incoraggiante e’ anche l’indice Pmi-Caixin manifatturiero tornato in territorio positivo a 51 punti ad agosto.

In Europa l’inflazione che cala troppo poco e l’economia che non cresce piu’ hanno innescato qualche vendita sui titoli governativi, con correlato aumento dei rendimenti: venerdi’ scorso quello del BTP decennale italiano e’ risalito a 4,23% dal 4,11% del giorno prima: anche lo spread col Bund decennale tedesco si e‘ leggeremente ampliato a 168 punti base, +3 rispetto alla viglilia.

Sul fronte valutario, l’Euro si e’ indebolito sino a 1,079 Dollari, mentre e’ rimasto stabile, attorno 157,8, verso Yen giapponese. Tra le valute emergenti, come prevedibile, si e’ apprezzato lo Yuan cinese, dopo la decisione della PBoC di ridurre l'importo dei depositi obbligatori in valuta estera delle banche commerciali.

Il prezzo del petrolio staziona attorno ai massimi da novembre 2022, sulla notizia (da confermare) che la Russia avrebbe raggiunto un accordo con i partner OPEC+ per nuovi tagli delle esportazioni. Il WTI (greggio di riferimento Usa) ha superato venerdi’ 1’ settembre gli 85 Dollari/barile, +1,6%, mentre oggi, 4 settembre e’ “immobile”.

Stamattina abbiamo subito notato ottimismo sulle chiusure dei mercati asiatici e nelle riaperture auropee (in media +0,6% a fine mattinata, ore 13.00 CET): le nuove misure di stimolo adottate da Pechino sono piu’ convincenti di quelle, timide e parziali, adottate sinora, inoltre si consolida la speranza che il ciclo restrittivo della politica monetaria Usa ed Europea possa presto concludersi.

Hong Kong e’ salita del +2,48%, Shanghai +1,15%, Shenzhen +1,02%, Tokyo +0,42%, Seoul +0,50%. Oggi Wall Street resterà chiusa per festeggiare il Labor Day, ma i futures indicherebbero lievi progressi, in media +0,2%. (ore 13.30 CET)

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