Borse Usa in calo dopo il dato sull’inflazione di marzo. Riunione BCE di oggi: non tocchera’ i tassi, ma si spera dara’ qualche anticipazione. Oro prende una pausa, ma non arretra, domanda resta robusta. I mercati fanno slittare il 1’ taglio dei tassi FED oltre giugno!
L’inflazione americana sopra le stime a Marzo fa temere che il 1’ taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED) possa slittare oltre giugno. Tuttavia, nei verbali dell’ultima riunione della FED del 20 Marzo si rileva come quasi tutti i membri del FOMC ritengano appropriato un taglio al costo denaro quest’anno, a meno di shock macro-economici. Certamente, si legge, i dati sull’inflazione da gennaio in poi sono “deludenti”, e occorre “maggior sicurezza sui progressi sull’inflazione prima di tagliare i tassi d’interesse”. A marzo, in particolare, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati +0,4% su febbraio, contro attese di +0,3%, e come a febbraio. La variaziona annuale è salita da +3,2% a 3,5%, sopra al consenso di 3,4%. Il dato “core”, depurato dai prezzi di cibi freschi ed energia, e’ anch’esso salito +0,4% mensile, contro attese di +0,3% ed e’ stabile al 3,8% nella misura annuale. Cosicche’ gli operatori si convincono che i tassi ufficiali rischino di restare “higher for longer”, al 5,25%-5,50% raggiunto a luglio 2023, livello più alto dal 2001. Sembra giaà cosi’ lontana la “forbice 0,00%-0,25%” fissata a marzo 2020, per contrastare lo shock economico e sanitario della pandemia Covid. Impressiona anche il fatto che le previsioni della Fed prevedevano ancora, a marzo, una riduzione complessiva di 75 bps nel 2024, frutto di 3 tagli da 25 bps, e poi altri 3 da 25 bps nel 2025 e infine 2 nel 2026, fino al target neutrale di 2,5%. Le Borse europee ieri hanno chiuso poco variate una seduta volatile. Milano +0,28%, Londra +0,33%, Francoforte +0,11%, Parigi -0,05%. Piu’ pesante le chiusure di Wall Street: Dow Jones -1,1%, Nasdaq -0,84%, S&P500 -0,95%. Il tema “taglio dei tassi” e’ molto sentito anche in Europa, ma la prospettiva della BCE (ECB-Banca centrale Europea) appare piu’ solida, grazie ad un’inflazione che scende in modo lineare anche a inizio 2024, suggerendo un 1’ taglio da 25 bps a giugno. Nella riunione di oggi, che lascerà invariati i tassi, l’attenzione sarà tutta sulla “narrativa” del suo Presidente Lagarde. Sul mercato valutario il Dollaro ha metabolizzato la prospettiva dello slittamento del taglio dei tassi e si e’ immediatamente rafforzato sull’Euro a 1,075 (da 1,085 della vigilia) e ancor più sullo Yen giapponese, a 152,9, massimo dal 1990. In parallelo i rendimenti dei Treasuries Usa sono saliti: quello del decennale di circa 15 bps a 4,50%, e quello del 2 anni di 15 al 4,90%, per entrambe al record da novembre 2023.
Sorpresa sgradita per Pechino: Fitch taglia l’outlook sul rating sovrano cinese a «negativo» per i rischi di escalation del debito pubblico, l’incerta prospettiva di crescita e la perdurante crisi del comparto immobiliare. Moody’s aveva fatto lo stesso lo scorso dicembre. Pechino ha immediatamente bocciato la mossa di Fitch, definendola “deplorevole”. L’agenzia di rating stima che il deficit pubblico possa salire al 7,1% del PIL (Prodotto interno lordo-GDP) nel 2024, dal 5,8% del 2023, avvicinandosi al livello record del 2020 dell’8,8%, dovuto all’impatto delle drastiche misure anti-Covid. Fitch ha comunque mantenuto il rating Idr della Cina ad A+. Petrolio più stabile, attorno 85 Dollari/barile il WTI (greggio di riferimento Usa), dopo la corsa dei primi 3 mesi 2024. Le scorte di petrolio Usa sono aumentate oltre le previsioni la scorsa settimana (rilevazione chiusa il 5 aprile), a 5,84 milioni di barili, dal precedente 3,21 milioni, lontanissima dagli 800 barili stimati. L’oro ieri, 10 aprile, ha rallentato la sua corsa e si e’ stabilizzato attorno a 2,340 Dollari/oncia, dopo aver toccato il nuovo massimo storico a 2.371 martedi’ 9. Macro italiana: Banca d'Italia nel suo aggiornamento del Bollettino Banche e Moneta segnala il lieve calo, a febbraio, dei tassi di interesse pagati dalle famiglie per l'acquisto di abitazioni: 4,31% dal 4,38% di gennaio; nello stesso mese i tassi passivi riconosciuti sui deposititi saliti all’1,02%, dall’1,00% di gennaio. Secondo Istat (Istituto nazionale di Statistica), in Italia a febbraio le vendute al dettaglio sono cresciute +0,3% in volume e +0,1% in valore su base mensile, e +2,4% in valore su base annuale, dati leggermente migliorativi rispetto a gennaio, ma ancora deboli. Stamattina, 11 aprile, i listini azionari europei incerti, dopo la delusione per il dato di ieri sull’inflazione Usa ed in attesa delle novità che potrebbe esprimere il Presidente dell’ECB Lagarde a margine della riunione in corso della Banca centrale: la speranza e’ una conferma dell’auspicato 1’ taglio dei tassi a giugno. Negli Stati Uniti molta attenzione saraà rivolta ai prezzi alla produzione di marzo, dopo che quelli “al consumo” di ieri si sono rivelati più alti delle stime. Macro cinese: l’inflazione in Cina ha rallentato anche a marzo, scendendo a +0,1% annuale (-1% mensile) dal +0,7% di febbraio e ben sotto al +0,4% atteso dagli analisti: pesa il rallentamento dei consumi dopo il “mini-boom” di febbraio per i festeggiamenti del Capodanno. Anche i prezzi alla produzione, a marzo, hanno registrato un calo: -2,8% annuale, dal -2,7%, e’ il calo piu’ forte da novembre 2023.
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