Nuova giornata nera per la tecnologia: Nasdaq -2,5%. Investitori preoccupati dale mosse della Fed: da marzo in poi, 3 o 4 rialzi. Oro in recupero nella settimana: consolida quota 1820 /oncia. Cryptovalute trascurate: e’ forse fuoco che cova sotto la cenere?
C’era molta attesa ieri, 13 gennaio, per la pubblicazione dell'indice dei prezzi alla produzione (PPI) negli Stati Uniti: l’aumento, pari al +9,7% anno su anno a dicembre, si confronta col +8,6% di novembre: l'indice “core”, cioe’ depurato dalla componenti “cibo ed energia” (le piu’ volatili), e’ salito a +8,3%, contro attese di +8,0%.
La variazione mensile e’ la più bassa da novembre 2020 e dischiude qualche speranza nel rallentamento della corsa al rialzo che dura da oltre un anno. Un contributo al raffreddamento dell’inflazione potrebbe venire dai miglioramenti che si cominciano a vedere nelle catene di approvvigionamento, ma la robustezza della domanda tiene alti i prezzi delle materie prime, a cominciare dal petrolio.
Guardando ai principali indici borsistici europei di ieri, 13 gennaio, notiamo una notevole dipersione di performances: il Cac40 francese ha perso -0,5%, il Dax tedesco ha guadagnato +0,15%, il Ftse100 britannico +0,06%, il FtseMib italiano ha superato tutti con +0,47%.
E’ andata molto peggio a Wall Street, con tutti gli indici in rosso: colpito dalle vendite soprattutto il listino tecnologico Nasdaq, -2,5%, male anche lo S&P500 -1,37%, mentre ha relativamente resistito il Dow Jones, -0,49%.
Inflazione troppo alta e cambio di passo, in senso piu’ restrittivo, delle Banche Centrali, a cominciare da quella degli Usa (FED), incidono sull’umore degli investitori, specie in una giornata in cui si sono espressi ben 4 membri del Comitato di Politica monetaria (FOMC) della FED.
Il Presidente della Fed regionale di Philadelphia Patrick Harker, in un'intervista al Financial Times, ha avvalorato l’ipotesi di più di tre rialzi dei tassi di interesse nel 2022, il primo dei quali a marzo.
Nella sua audizione al Senato, Lael Brainard, vice di Jerome Powell, ha confermato il primo rialzo a marzo, in concomitanza con la conclusione del programma di acquisto di titoli sul mercato. Anche Thomas Barkin (Fed di Richmond) e Charles Evans (Fed di Chicago), hanno avallato almeno 3 rialzi dei tassi nel corso del 2022.
Come tutti i giovedi’, anche ieri abbiamo registrato il dato sulle nuove richieste settimanali di sussidi negli Usa (jobless claims): cresciute di 23 mila a 230 mila, hanno parzialmente deluso le stime che prevedevano un calo di 7 mila. Il numero dei percettori continuativi (continuing claims) e’ sceso comunque i minimi dal 1973.
Restando in tema “macro”, segnaliamo che la Cina, nel 2021 appena chiuso, ha segnato l’ennesimo record del surplus commerciale, grazie ad esportazioni in aumnento, +29,9% ed importazioni anch’esse in crescita, +19,5%. Sul fronte macro Europeo, la produzione industriale Italiana e’ tornata a crescere a novembre, +1,9% mese su mese, dopo il calo di ottobre.
Il mercato valutario continua a evidenziare la forza dell'Euro, che ieri ha chiuso nuovamente in rialzo sopra quota 1,145 Dollari, mentre e’ stabile verso Yen attorno a 130,6. Le cryptovalute proseguono la fase di debolezza iniziata a novembre: Bitcoin -2,2% stamane, 14 gennaio, a 41.900 Dollari (ore 12.30 CET).
I rendimenti sui governativi Usa ed Europei, dopo una corsa durata 3 settimane, prendono una pausa: quello del BTP decennale italiano e’ +1,25%, quello dell’omologo tedesco -0,07%, per uno spread di 125 punti base. Negli Stati Uniti, il Treasury Note a 10 anni paga +1,74% (ore 12.45 CET).
Il prezzo dell’oro consolida il recupero iniziato la scorsa settimana e segna 1.823 Dollari/oncia, in rialzo del +0,2%, con un guadgano settimanale del +1,7%. Il petrolio continua la sua corsa: il WTI (greggio di riferimento Usa) vale 83,1 Dollari/barile ed il bilancio provvisorio settimanale è di +5,0% (ore 12.00 CET).
Oggi, 14 gennaio, puo’ considerarsi la vera data di inizio della “reporting season Usa”, visto che pubblicheranno i risultati di “full year 2021” ben 4 grandi banche: JP Morgan, Citi, Blackrock e Wells Fargo.
Nell’attesa, registriamo una mattinata negativa per le borse Europee, in media -0,7%, eredita’ del finale debole di Wall Street di ieri. Ultima seduta settimanale al ribasso anche per le borse dell’Asia-Pacifico: Nikkei di Tokyo -1,3%, e calo identico nella settimana, Hang Seng di Hong Kong -0,9% e +3,0% nella settimana, CSI 300 di Shanghai&Shenzen -0,8% (-2,0%), Kospi coreano 1,4% (-1,0%). (ore 13.00 CET).
Degna di segnalazione la notizia che la Banca Centrale della Corea del Sud abbia alzato i tassi di interesse di 25 punti base portandoli a +1,25%, cioe’ sui livelli precedenti lo scoppio della pandemia.
I futures su Wall Street indicano aperture poco variate, in una giornata che, negli Usa, vedra’ anche la pubblicazione del dato sulle vendite al dettaglio in dicembre e la prima lettura dell’indice di fiducia dei consumatori di gennaio, calcolato dall’Università del Michigan.
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