WisdomTree Tactical Update - 24.09.2021

La vicenda Evergrande torna a pesare sulle Borse europee.
I dati Pmi di settembre indicano rallentamento in Usa ed Europa.
Il Prezzo del petrolio continua a crescere e porta inflazione.
Segnali di risveglio dei tassi sui mercati obbligazionari: e’ la svolta?


Nella seduta di ieri, 23 settembre, le Borse europee hanno “metabolizzato” positivamente le decisioni della Federal Reserve di mercoledi’ sera, che, verosimilmente da novembre/dicembre prevede di ridurre gli acquisti di bond sul mercato, avviando il cosiddetto tapering, e che da fine 2022 potrebbe avviare un graduale aumento dei tassi d’interesse.

Il FtseMib italiano e’ salito del +1,4%, il Dax tedesco del +0,9%, il Cac40 francese del +1,0%. Manca all’appello dei rialzi solo il Ftse100 britannico, -0,07%. Due membri del “board” della Bank of England, che proprio ieri ha deciso di non alzare i tassi di riferimento principali, si sono espressi in favore di una riduzione degli stimoli, specie alla luce della preoccupante ascesa dell’inflazione.

E’ proseguito anche il rally di Wall Street, dove l’indice S&P500, grazie al +1,2% di ieri, recupera quasi 3 punti percentuali in due giorni e sfiora di nuovo quota 4.450: ieri hanno brillato i titoli finanziari, sulla prospettiva di tassi più elevati sugli impieghi e conseguente miglior redditivita’ del business tradizionale.

Evidentemente, la nuova prospettiva della politica monetaria ha sviato l’attenzione degli investitori da alcuni dati macroeconomici Usa poco brillanti pubblicati ieri, 23 settembre. Il PMI (Purchasing managers Index) manifatturiero, ad esempio, è sceso a 60,5 punti e quello dei servizi a 54,4 punti, entrambi largamente sotto le stime.

Sempre negli Stati Uniti hanno deluso anche i dati sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, cresciuti di 16 mila unità a 351 mila sono risultati peggiori delle attese di consenso, che indicavano 320 mila.

Anche in Europa i dati macro diffusi ieri descrivono un rallentamento della crescita economica: l'indice PMI composito tedesco è calato a 58,5 da 62,6, e quello dei servizi, sceso a 56, e’ risultato ben sotto il 60,2 stimato.

In discesa anche i dati medi di settembre dell'Eurozona, con il PMI della manifattura in calo a 58,7 da 61,4 di agosto, segnando il minimo da 7 mesi. L’accelerazione dell’inflazione, coi prezzi al consumo saliti ad agosto del +3,1% anno su anno, insieme ad alcuni colli di bottiglia sugli approvvigionamenti, stanno lasciando il segno sul tono complessivo dell’attivita’ economica.

Forse non e’ casuale che ieri, la Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, abbia spiegato in un’intervista alla televisione Cnbc come l’aumento dei prezzi sia “temporaneo”, prevedendo un rientro verso il “target del 2,0%” gia’ nel 2022.

Nella notte (mattinata asiatica) sono tornate a crescere le preoccupazioni sulle prospettive di Evergrande, colosso immobiliare cinese alle prese con gravi squilibri finanziari e crisi di liquidita’. Il sito del Wall Street Journal segnala che le autorità di controllo cinesi avrebbero invitato i funzionari locali a prepararsi a tensioni sociali e possibili violenze nell’eventualita’ di un “default” (insolvenza) del Gruppo.

Intanto il management di Evergrande tace sulla cedola da 83 milioni di Dollari in pagamento oggi su un bond denominato in US$, dopo che ieri aveva onorato il pagamento degli interessi su un’altra emissione: ne sentremo ancora parlare.

Sul fronte obbligazionaio, qualcosa si muove, finalmente: le mutate prospettive di politica monetaria in Usa ed Europa spingono al rialzo i rendimenti. Quello del Treasury Note a 10 anni e’ salito a +1,42%, massimo da giugno, quello del Bund decennale tedesco e’ risalito a -0,24% e quallo del BTP decennale italiane a +0,88%, per uno spread BTP/Bund stabile a 102 bps (ore 12.00 CET).

Stamattina le Borse asiatiche hanno chiuso in ordine sparso: l’Hang Seng di Hong Kong ha perso -1,3%, il CSI 300 di Shanghai e Shenzen -0,1%, come il Kospi coreano. In positivo il Nikkei giapponese, +2,1%, ed il Sensex indiano che, col rialzo del +0,3% di oggi, ha maturato +1,8% nella settimana e ha toccato il suo nuovo record storico.

Il Dollaro Usa e’ poco variato, ed il “cross Euro/Dollaro” e’ stabile a 1,173. Il prezzo del petrolio è sui massimi dal 2018 grazie anche al robusto ritorno dei consumi del trasporto aereo, col WTI (West Texas Intermediate) a 73,5 Dollari/barile, +0,3%, alla quinta settimana consecutiva di rialzo.

L’oro tenta di riscattare il brusco calo, -1,4%, di mercoledi’, e stamani scambia a 1.754 dollari, +0,6% (ore 12.30 CET).

Partenza in retromarcia, in media -0,8% (ore 12.30 CET), per le Borse europee, dopo 3 giornate di rialzi. Pesano le possibili cattive notizie del weekend su Evergrande, nonostante le rassicurazioni della Presidente BCE Lagarde sul limitato impatto europeo di una sua eventuale bancarotta.

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