BCE piu’ “hawkish”: tassi fermi per ora, ma meno stimoli/acquisti di bond. Nuove distruzioni e morti sul fronte ucraino, ma si spera nella diplomazia. L’inflazione Usa di febbraio e’ arrivata a +7,9% e puo’ crescere ancora. Rallentamento economico o recessione ormai probabili nel 2022.
Le Borse europee ieri, 10 marzo, hanno chiuso in forte ribasso una giornata densa di avvenimenti: nella mattinata si e’ svolto l'incontro ad Antalia (Turchia) tra i Ministri degli esteri russo Lavrov e quello ucraino Kuleba, mediato dall’omologo turco Cavusoglu, dal quale non e’ emerso alcun progresso verso il cessate il fuoco.
Piuttosto, in Ucraina, l’azione militare russa sembra interessare ora anche il Nord-Ovest, con bombardamenti a Dnipro, citta’ di oltre 900 mila abitanti sul fiume Dnepr, e Lutsk, dove i missili russi sono stati sganciati su un impianto industriale e sul vecchio aeroporto chiuso da anni.
Nel pomeriggio di ieri e’ iniziato il Consiglio Europeo informale a Versailles, che proseguira’ anche oggi, 11 marzo. Dal vertice di Versailles nessuna nota’ sul fronte degli “Euro bond” per fronteggiare il caro energia e finanziare spese per la difesa comune: probabilmente molti Ministri UE hanno preferito il rinvio della discussione.
L’evento “chiave” della giornata era comunque il meeting della Banca Centrale Europea, che ha rivelato un atteggiamento piu’ “hawkish” (restrittivo) di quanto atteso: pur riconoscendo che la guerra in Ucraina incidera’ sull'economia dell’area, e’ stato deciso di procedere col ridimensionamento degli stimoli monetari.
L’inflazione troppo alta e’ il vero problema e va contrastata. Secondo il Presidente dell’ECB Christine Lagarde, potrebbe salire ulteriormente nei prossimi mesi, tanto che la nuova stima per l’intero 2022 e’ ora +5,1% e scendera’ al livello desiderato del +2,0% solo nel medio termine (2024).
Negli Stati Uniti l’inflazione e’ salita a +7,9% annuo, livello che si e’ verificato solo nel lontano 1982, a causa dell’ulteriore impennata del prezzo dell’energia innescato dal conflitto in Ucraina. Dopo la pubblicazione del dato, e’ salito bruscamente il rendimento dei Treasury americani, sino al 2,0% per i “decennali”. Wall Street ha sofferto solo parzialmente del dato, col Nasdaq a – 0,9% e lo S&P500 a -0,4%. Goldman Sachs ha intanto tagliato le previsioni sul Pil Usa 2022 a +1,7%, da +2%, indicando anche la probabilita’ del 30% di una recessione nel 2023. Decisioni della Bce e inflazione negli Usa hanno hanno pesato sui Listini europei che hanno chiuso con pesanti ribassi: Milano -4,2%, Parigi -2,8%, Francoforte -2,9%, Londra -1,2%.
Anche la reazione sul mercato obbligazionario non si e’ fatta attendere. Il rendimento dei Btp decennali italiani è salito di +24 bps fino a +1,91%, dove lo ritroviamo anche stamane, 11 marzo, e lo spread col decennale tedesco ha “allargato” sino a 173 punti base. I rendimento di tutti i “Governativi” dell’Euro zona sono saliti e quello dei Bund tedeschi a 5 anni sono di nuovo sopra 0.
L‘ECB ha lasciato invariato i tassi: 0,00%, 0,25% e -0,50% rispettivamente per operazioni di rifinanziamento principali, marginali e depositi, ed ha confermato lo stop degli acquisti del Pepp, programma straordinario per contrastare l’emergenza pandemica, a fine marzo.
Inaspettate le modifiche all’APP, il programma di acquisto di titoli pubblici e privati, per l'incertezza determinata dal conflitto in Ucraina: gli acquisti netti ammonteranno a 40 miliardi di Euro ad aprile, 30 a maggio e 20 a giugno. L’evoluzione del quadro macro e inflattivo daranno luogo ad una nuova calibrazione per il terzo e quarto trimestre.
La Signora Lagarde si aspetta una crescita debole nel primo trimestre 2022 ed un recupero nella restante parte dell'anno, tale da prevedere un +GDP a + 3,7% nel 2022 (da +4,2% precedente), del +2,8% (da +2,9%) nel 2023 e del +1,6% (invariato) nel 2024.
L’evoluzione del conflitto in Ucraina continua ad incidere molto sui prezzi delle materie prime, ed in particolare di petrolio e gas. Il greggio, dopo lo straordinario picco della notte tra lunedi’ e martedi’, e’ reduce da 2 giorni di cali, ed oggi, 11 marzo il WTI (greggio di riferimento americano) recupera +1,5% a 107,6 Dollari/barile (ore 13.00 CET). Il future di aprile sul Gas naturale perde -4% a 127 Euro/MMBtu.
Le borse dell’Asia Pacifico hanno chiuso la settimana in calo: CSI300 di Shanghai&Shenzen a -0,7%, per un -5,2% settimanale. Il Nikkei giapponese -2%, e -3% nella settimana, il Kospi coreano -0,7%, invariato nella settimana delle elezioni Presidenziali, l’Hang Seng di Hong Kong -2%, con l’Hang Seng Tech a -5%.
Il crollo dei titoli tecnologici “cinesi” quotati ad Hong-Kong era atteso, dopo la pubblicazione da parte della SEC (Securities and Exchange Commission Usa) di una lista parziale di cinque big tech cinesi alle quali viene intimato di adeguare la propria reportistica contabilità interna ed esterna al modello prescritto dall’autorità americana, pena il de-listing.
Le Borse europee tornano a sperare nella soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina e salgono in media +2,3%. I future su Wall Street anticipano aperure positive, attorno a +1% (ore 13.15 CET).
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