Le Borse mondiali consolidano i massimi ma temono l’inflazione. Attenzione spasmodica per la pubblicazione dell’inflazione CPI in Usa . Inflazione. Cresce anche in Cina: prezzi alla produzione +13,5% ad ottobre. Prosegue senza entusiasmo il collocamento del 4’ BTP Futura
Le Borse europee hanno chiuso quasi invariate la seduta di ieri, 9 novembre. Anche Wall Street si e’ presa una pausa, per chiudere in calo: Dow Jones -0,3%, S&P500 -0,4% e Nasdaq -0,6%.
Tesla ha perso quasi il -12%, cioe’ circa 200 miliardi di Dollari di valore di mercato, soffrendo della notizie sul sondaggio twitter lanciato da Elon Musk e di quella secondo cui il fratello Limbal avrebbe venduto parte delle sue azioni il giorno prima del tweet.
Rivian Automotive, possibile concorrente di Tesla, ha annunciato ieri sera che collochera’ le sue azioni a 78 Dollari/azione, per una valutazione implicita di 66,5 Miliardi di Dollari. Niente male, per un’azienda che non ha ancora prodotto un pezzo.
Il tema rovente resta l’inflazione e oggi, 10 novembre, gli occhi sono puntati sulla pubblicazione del dato sull'inflazione al consumo (CPI) negli Usa, di ottobre. Il consensus si aspetta un rialzo di +0,6% mese su mese e del +5,9% anno su anno, dal +5,4% di settembre. Intanto ieri i prezzi alla produzione sono saliti leggermente meno delle attese, +0,6% mese su mese, ad ottobre.
Il dato incidera’ sulle mosse della Federal Reserve (Banca Centrale Usa), compresa quella di un rialzo dei tassi. Per ora la FED si è dimostrata attendista, pur dicendosi preoccupata per il possibile ridimensionamento delle valutazioni degli asset rischiosi (i.e. “tech”), se l'economia dovesse rallentare.
Negli Usa si celebra la riapertura, dopo 18 mesi di divieto, delle frontiere alle persone completamente vaccinate di 33 paesi, compresa l'Italia.
Il petrolio ha ripreso a correre, complice il dato sulla formidabile crescita delle esportazioni cinesi che migliorano la prospettiva della domanda e l'approvazione del Piano infrastrutturale in Usa. Dopo il +1% abbondante di ieri, stamani, 10 novembre, il Wti (West Texas Intermediate) cede il -0,6% a 83,6 Dollari/barile.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che un rilascio parziale delle scorte strategiche non è imminente, ma resta una possibilita’, mentre l'API (Associazione petrolifera internazionale) prevede una diminuzione delle scorte settimanali di greggio di 2,5 milioni di barili.
Sul fronte macreoconomico europeo, l'indice Zew di novembre, che misura la fiducia delle imprese tedesche, e’ risalito a 31,7 punti, da 22,3 di ottobre, superando le attese, che prevedevano una discesa a 20. Le aspettative sulle condizioni attuali sono scese a 12,5, da 21,6 di ottobre, risentendo dei colli di bottiglia sugli approvvigionamenti di componenti industriali.
Quasi consequenziale, l’ulteriore calo delle esportazioni tedesche che a settembre, sono scese del -0,7%, mentre le imporazioni sono aumentate del +0,1%.
La crescita dell’inflazione impatta anche la Cina: i prezzi alla produzione sono saliti +13,5% anno su anno ad ottobre, sopra le attese di consensus di +12,4% ed il +10,7% di settembre, con la maggior velocita’ di crescita dal 1995. Anche il tasso di inflazione al consumo (CPI) e’ in accelerazione a ottobre, col +1,5%, dal +0,7% di settembre, variazione mensile +0,7%, il consenso stimava +1,4%. Il brusco aumento e’ determinato soprattutto dai prezzi dei prodotti non alimentari.
L’economia italiana va bene e cresce piu’ del previsto: ne e’ convinto il Ministro Franco che ha affermato: "l’anno 2021 si chiudera’ comunque sopra il +6,1% di PIL (Prodotto intermo lordo)”.
Sui mercati obbligazionari si rileva un ritorno di interesse per i titoli Governativi, che sta determinando un “bull flattening” (appiattimento) delle curve europee dei tassi. Stabile lo spread di rendimento fra Btp decennale italiano e Bund tedesco, attorno a 116 punti base, col rendimento del BTP in lieve risalita a +0,88% (ore 12.30 CET). Dopo 2 giorni di collocamento, il 4’ Btp Futura ha raccolto ordini per 1,96 miliardi, numero ben piu’ basso delle passate offerte.
Poche novita’ dal fronte valutario: il cambio Euro/Dollaro, dopo essere sceso la scorsa settimana a 1,151, minimo da15 mesi, viene scambiato oggi a 1,155. Segnaliamo lo Yen giapponese ai massimi dell’ultimo mese:112,90 verso Us Dollar e 130,80 verso Eur (ore 12.30 CET). Sempre caldo il fronte “crypto”, col Bitcoin che ieri ha superato quota 68.000 Dollari, nuovo record assoluto, ed oggi ripiega a 66.700 (ore 12.45 CET).
Stamane registriamo andamenti eterogenei per le borse asiatiche: l’Hang Seng di Hong Kong recupera sul finale, chiudendo a +0,74%, il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,53%, il Kospi coreano -1,1% ed il Nikkei giapponese -0,6%.
Le Borse europee, a fine mattinata, perdono frazionalmente (in media -0,2%), similmente ai futures su Wall Street.
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