Dopo un inizio di settimana estremamente volatile, il resto della precedente ottava, ha visto le price action ridimensionarsi, con volatilità in calo e ritorno di un parziale risk on che ha portato ad alcune sedute di consolidamento. Wall Street ha chiuso una sessione tranquilla, con S&P 500 e Nasdaq che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,4% e lo 0,5%, mentre il Dow Jones ha chiuso quasi invariato. Tutti i settori hanno chiuso in positivo.
Tra i titoli più interessanti, c'è stato Expedia, le cui azioni sono aumentate del 10,2% dopo che la società ha riportato risultati del secondo trimestre che hanno superato le aspettative. Anche Eli Lilly ha visto una spinta, in rialzo del 5,5%, dopo che diverse società di Wall Street, tra cui Morgan Stanley, hanno aumentato i loro obiettivi di prezzo sulle azioni della società. Concludendo, è stata una settimana ad alta tensione nella quale alla fine, le perdite subite all’inizio sono state compensate di pull back successivi.
L'S&P 500 ha segnato la quarta settimana consecutiva di perdite, anche se nell’ottava ha perso solo lo 0,04%, il Nasdaq è sceso dello 0,2% e il Dow Jones ha registrato una perdita dello 0,6%. Ma il futuro appare ancora incerto proprio perché le tensioni geopolitiche non accennano a placarsi, e congiuntamente i dati macro sembrano ancora in rallentamento. La calma prima della tempesta ? Può darsi.
VALUTE
Sui cambi, dopo un inizio di settimana caratterizzato da movimenti estremamente volatili di Jpy e Chf, il resto del tempo ha visto un mercato recuperare un po’ di fiducia, con il risk on tornato a fare capolino. Inevitabilmente Jpy e Chf hanno corretto al ribasso, e il resto delle majors e oceaniche hanno cominciato a rivedere la luce. Le price action rimangono decisamente aperte a qualsiasi scenario, perché le notizie sul fronte geopolitico e quelle macro, possono in ogni istante ribaltare gli scenari che di volta in volta si presentano.
Per il momento l’EurUsd è all’interno di un trading range compreso tra 1.0780 e 1.1010, e non sembra avere la forza d violare gli estremi. L’impressione è quella di un possibile futuro ancora rialzista per la moneta unica, in ragione di un dollaro che potrebbe scendere per le politiche della Fed che prima o poi dovrà tagliare i tassi. Sulla sterlina, osserviamo tentativi di ribasso verso 1.2600 che rappresenta il supporto chiave di medio e lungo termine, che deve tenere per poter riproporre un trend rialzista con possibili obiettivi sopra 1.3100.
UsdJpy che nel medio termine dovrebbe continuare a scendere, con obiettivi più ambiziosi e verso i target più o meno in area 130.00. Ci sono poi il franco svizzero e i suoi cross, con oscillazioni che alternano risk on e risk off e movimenti indipendenti dagli altri tassi di cambio, ma dipendenti dalle notizie macro ma soprattutto geopolitico. Ma nel medio termine l’idea è che il franco, eccessivamente sopravvalutato, possa in parte ridimensionarmi.
SALE L’INFLAZIONE IN CINA
Il tasso di inflazione annuale della Cina è salito allo 0,5% a luglio 2024 dallo 0,2% di giugno, superando le previsioni di mercato dello 0,3% ed evidenziando il risultato più alto da febbraio. È stato anche il sesto mese consecutivo di rialzo dell’inflazione, poiché Pechino ha aumentato gli stimoli per sostenere i consumi. I prezzi dei prodotti alimentari hanno invertito i cali dei dodici mesi precedenti in mezzo a condizioni meteorologiche avverse.
Nel frattempo, i prezzi core hanno continuato ad aumentare, segnati da aumenti sostenuti nel settore dell'abbigliamento, della sanità e dell'istruzione. I prezzi al consumo di base, deducendo i costi di cibo ed energia, sono aumentati dello 0,4% anno su anno, il minimo in 6 mesi. Mensilmente, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%, il primo guadagno dal mese du aprile e superiore al consenso dello 0,3%.
SALE L’INFLAZIONE IN RUSSIA
Il tasso di inflazione annuale in Russia è salito al 9,1% a luglio 2024 dall'8,6% del mese precedente, il più alto da febbraio 2023, quando gli effetti di base delle sanzioni occidentali hanno attenuato i crescenti livelli di crescita dei prezzi nell'economia russa. L'aumento è stato in linea con l'avvertimento della Banca di Russia secondo cui una combinazione di una diffusa crisi di capacità e una certa trazione per la domanda da parte dei consumatori russi ha sollevato l'inflazione oltre le aspettative precedenti, giustificando l'ultimo aumento dei tassi della banca centrale. L'inflazione è aumentata per i servizi, compensando un leggero calo dell'inflazione del settore dei beni. Rispetto al mese precedente, l'indice dei prezzi al consumo russo è aumentato dell'1,1%.
DATI DELLA SETTIMANA
La settimana entrante torna interessante, per quelli che saranno gli interventi dei responsabili della Fed, ma non solo. L’attenzione sarà rivolta anche ai report su inflazione (Cpi), e sui prezzi alla produzione (Ppi). A nel corso della prossima ottava, non bisogna dimenticare i dati sulle vendite al dettaglio, insieme alla fiducia dei consumatori del Michigan, i prezzi all'esportazione e all'importazione, e permessi di costruzione e produzione industriale.
Nel Regno Unito, per contro, sarà una settimana intensa con la pubblicazione di dati su disoccupazione, inflazione, tassi di crescita del PIL, produzione industriale e vendite al dettaglio. Andando in Asia, segnaliamo che la Cina pubblicherà i dati sul mercato immobiliare, sulle vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione. Altrove, segnaliamo la pubblicazione del Pil del secondo trimestre in Giappone, Paesi Bassi, Polonia e Thailandia.
Sui tassi di interesse, segnaliamo la decisione ella Rbnz, che dovrebbe tenere i tassi invariati al 5.5%. In Australia, saranno pubblicati NAB Business Confidence e Westpac Consumer Confidence mentre la Germania pubblicherà lo Zew Economic Sentiment Index, l’indice di fiducia del settore istituzionale tedesco.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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